lunedì 6 gennaio 2014

studiare in italia

Allarme di Visco: "In Italia studiare non conviene
Per trovare lavoro, una laurea vale un diploma"

Secondo il governatore di Bankitalia di fronte ai ritardi italiani in materia di istruzione "è fondamentale il rilancio della scuola e dell’università"
Ignazio Visco, governatore della Banca d'Italia (foto Lapresse)
Ignazio Visco, governatore della Banca d'Italia (foto Lapresse)

Roma, 19 ottobre 2013 - L’economia italiana sta attraversando una fase "molto difficile" e la "gran parte delle famiglie" è costretta a "gravi sacrifici". Lo ha sottolineato il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, intervenendo al 'Forum del libro' a Bari. "Viviamo una congiuntura economica molto difficile - ha detto Visco - che sta imponendo gravi sacrifici a gran parte delle famiglie italiane". "Non è solo la conseguenza - ha spiegato il governatore - della peggiore recessione dal dopoguerra, innescata dalla crisi finanziaria del 2007-08 e aggravatasi con le tensioni sui debiti sovrani dal 2011. È il risultato di un forte e diffuso indebolimento della capacità del nostro Paese di crescere e competere".
ISTRUZIONE E LAVORO - "I dati Eurostat mostrano che 'studiare conviene' perché rende più probabile trovare un lavoro": nel 2011 in media nell’Ue lavorava l’86% dei laureati contro il 77% dei diplomati. "In Italia, tuttavia, studiare conviene meno: per i laureati tra i 25-39 anni, la probabilità di essere occupati era pari a quella dei diplomati (73%) e superiore di soli 13 punti percentuali a quella di chi aveva conseguito la licenza media". Lo ha sottolineato il governatore di Bankitalia. Visco segnala che  il livello di istruzione dei giovani è "ancora distante da quello degli altri paesi avanzati. Questo è particolarmente grave". Il governatore di Bankitalia, parla di un "analfabetismo funzionale" caratterizzato da competenze inadeguate, sottolineando la necessità di investire in "capitale umano".
SCUOLA E UNIVERSITA' - Di fronte ai ritardi italiani in materia di istruzione e di competenze, "è fondamentale il rilancio della scuola e dell’università". Secondo Visco "risorse adeguate andrebbero previste per sistematiche azioni di recupero e sostegno delle scuole in maggiore difficoltà, concentrate nelle regioni del Mezzogiorno, e per il contrasto alla dispersione scolastica".
LA DIMENSIONE DELLE IMPRESE - "Occorre un salto di qualità del settore produttivo - ha detto il governatore - abbiamo bisogno di imprese più grandi, più tecnologiche, più internazionalizzate. La politica deve agire per creare le condizioni favorevoli all’attività d’impresa e alla riallocazione dei fattori produttivi verso le attività in espansione". "In questi anni - ha aggiunto Visco - non è mancata la spinta riformatrice, ma si è sviluppata in modo non sempre organico. In molti casi il processo di attuazione stenta a completarsi e le amministrazioni tardano a modificare i loro comportamenti".

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